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Silvano Malini di itAsunción: un italiano in Paraguay per solidarietà

La rete di italini.it è fatta di tante persone che provengono dall’Italia o da altre parti del mondo. Una cosa però li accomuna: hanno “l’Italia nel cuore”. Questa espressione è il claim di italiani.it. Solo chi ha dentro questo forte sentimento può mantenere saldi legami con la propria terra. Tutto questo spinge a promuovere il bello del proprio Paese anche davanti alle tante difficoltà e contraddizioni che esistono. Ci sono tanti italiani sparsi nel mondo. Molti discendono da nonni italiani ma ci sono anche oggi tanti giovani che hanno lasciato l’Italia per andare a cercare una realizzazione professionale e spirituale all’estero. Silvano Malini è uno di loro. E’ un giovane proveniente dall’Italia settentrionale che ha lasciato la sua terra per inseguire un sogno ma che non ha mai spezzato quel legame. Sul proprio profilo nella community itNoi.it ha scelto una foto di Bormio per rappresentare la “sua” Italia. Silvano è una delle penne più brillanti del fortissimo team dell’America Latina (LatAm) di italiani.it. E’ il coordinatore di itAsunción, il blog che racconta della comunità italiana che vive nella capitale del Paraguay. Leggete cosa ci racconta.

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Silvano Malini – Coordinatore di itAsunción

Sono nato e ho vissuto fino a 20 anni nella piccola e bellissima provincia di Varese, quella dei sette laghi e delle nove valli, fino a quando ho scelto di vivere per contribuire alla concordia e alla fratellanza. L’ho fatto nell’ambito di un movimento cattolico che promuove il dialogo sociale, civico, ecumenico, interreligioso e interculturale. Dopo un periodo di formazione di due anni nei pressi di Firenze e un anno ai Castelli Romani, sono partito per la provincia di Buenos Aires e poi, tre anni dopo, per Montevideo, in Uruguay, dove ho vissuto oltre undici anni, prima di trasferirmi ad Asunción.

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Lo stadio di Asunción – ph by Progetto Fotociclo

A Montevideo ho vinto un concorso per entrare nello staff del Consolato, nel quale ho lavorato per due anni. Erano anni di grande crisi economica per l’Uruguay, e tanti vedevano nelle loro radici italiane possibilità per il futuro. É stato un onore poter lavorare per l’Italia e i discendenti degli emigrati nell’Ufficio Cittadinanza e in quello per i Passaporti. Nel frattempo ho cominciato a servire la causa alla quale mi ero dedicato anche dirigendo una rivista specializzata e formandomi per questo compito. Dopo il lavoro al Consolato, ho potuto continuare a servire anche la comunità italo-uruguaiana, collaborando con un giornale sociale in lingua italiana. Ho cosí conosciuto storie straordinarie di sacrificio, lavoro, solidarietà e valori con i quali gli immigrati italiani e i loro discendenti hanno contribuito allo sviluppo dell’Uruguay.

Mercato dell’artigianato. Un tempo questo edificio era un ente pubblico. Il progetto fu realizzato da un architetto italiano

In Paraguay ho preso contatto con le più piccole ma vivissime espressioni dell’italianità. Qui ho costatato ancora una volta come due culture si possono fondere nell’anima e nel cuore di tante persone, cosa che arricchisce davvero la società. Sono rimasto sorpreso dall’amore dei paraguaiani per l’Italia in generale. Tutto questo è sicuramente frutto della grande apertura con la quale sono stati accolti gli immigrati fin dalle prime ondate, stabilendo dei rapporti di stima e affetto con gli abitanti del posto, davvero generosi e solidali, e favorendo la crescita di entrambi e il reciproco apprezzamento. 

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Asunción

Quando navigando su Internet ho scoperto italiani.it, ho trovato quello che cercavo e che da tempo ritenevo necessario: una rete che possa far conoscere quanto di bello e di buono fanno gli italiani in tanti posti, che li possa “radunare” e che sia anche una piazza dove trovare diverse opportunità. Possibilità che possono esistere solo quando si mettono insieme persone di due mondi con valori comuni.

Mi affascina la natura (in particolare la montagna, ma anche la campagna, il mare e, naturalmente, i laghi!), il cinema, la musica, la lettura, e ballare salsa. Sono chef (quando posso mi metto ai fornelli) ma, come dicevo, faccio il giornalista dal 2007, un lavoro-missione che mi appassiona. Sono editore, corrispondente di agenzia, conduttore radiofonico, e mi sono specializzato in Islam e mondo arabo e in dialogo interreligioso.

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