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[Reggio Calabria] Cudduraci, la tradizione in tavola anche a Pasquetta


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(@raffaellanatale)
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Registrato: 4 anni fa

https://reggiocalabria.italiani.it/scopricitta/cudduraci-la-tradizione-in-tavola-anche-a-pasquetta/

Nei menu delle feste pasquali non possono mancare i cudduraci.

Cudduraci Vassoio
Cudduraci dal greco kollura, corona

Sulla tavola non possono mancare i sapori della nostra tradizione dalle uova di Pasqua alla pastiera. Senza tralasciare, soprattutto a Reggio Calabria, i famosi cudduraci. Il profumo della Pasqua deve spandersi nell’aria, almeno quella delle nostre case. I dolci della tradizione mantengono vive le usanze e allietano i nostri palati, specie in questo periodo in cui la tristezza potrebbe avere il sopravvento.

Cudduraci: simbolo d’amore e prosperità

I cudduraci sono fortemente radicati nella tradizione reggina. Da piccola, quando facevamo visita ai parenti di mia madre a Reggio Calabria, nel periodo che precedeva la Pasqua, erano tutti impegnati nei preparativi di questi profumatissimi biscotti.

Cudduraci Vicino
Un tipico cuddurace con le codette colorate

Tradizione vuole che se ne preparino di varie forme e si portino in dono in famiglia e agli amici. La fidanzata (la zita) dona quello a forma di cuore al proprio amato come simbolo d’amore e dalla fantasia, che si sposa ovviamente con l’abilità culinaria, nascono le fogge più belle.

Cudduraci Donna
Forme insolite dei dolci pasquali reggini

La forma di “pupa”, con l’uovo sodo nella pancia, come augurio di nascita. Dalla colomba al cestino, senza dimenticare i pesci e le trecce. Si va dai simboli della Pasqua cristiana a quelli più simpatici, per chi vuole suscitare una bella risata che, si sa, fa sempre bene.

La leggenda sui cudduraci

Da dove nascono i cudduraci? Sembra che il nome derivi dal greco kollura, corona, e che siano donati per l’augurio di abbondanza e di fertilità. Secondo un’altra leggenda rappresenterebbero il pane, farcito di uova, portato dagli Ebrei durante la fuga dall’Egitto.

Cudduraci Cuore
Cudduraci a forma di cuore da regalare all’amato

Col passare del tempo, la ricetta è mutata. Oggi sono dei biscotti, decorati con uova sode (ova buddjuti) e codette colorate di zucchero, che vengono consumati soprattutto nelle scampagnate del Lunedì dell’Angelo, il giorno di Pasquetta. Secondo la tradizione, mantenuta ancora oggi, le uova che decorano i cudduraci devono essere di numero dispari. Il cuddurace più grande si fa per la persona più anziana e importante della famiglia. Più uova si mettono sopra e maggiore è la considerazione per la persona al quale il dolce viene donato.

La ricetta

Per una ventina di cudduraci servono: 1 kg di farina, 5 uova, 1 pizzico di sale, 300 grammi di zucchero, 200 grammi di burro, lievito per dolci, la scorsa grattugiata di limone. Per la decorazione: uova bollite, 2 albumi da spalmare sopra i biscotti e codette colorate.

Cudduraci Uova
Uova sode sui cudduraci

Mescolare la farina con lo zucchero e il lievito in una ciotola quindi praticare un buco al centro e versare le uova, un pizzico di sale, burro ammorbidito a tocchetti e la scorza di limone. Lavorare l’impasto con le mani fino ad ottenere un panetto abbastanza morbido e liscio. Staccare un pezzetto di pasta e sbizzarritevi dando le forme che volete. Dentro a ogni biscotto bisogna incastrare l’uovo sodo. Spalmare sulla superficie l’albume e decorare con le codette. Infornare a 180° per circa mezzora. Per conservarli al meglio e non farli indurire, si consiglia di metterli dentro una busta di plastica per alimenti. In questo modo si manterranno morbidi per diversi giorni

(Foto Raffaella Natale)

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