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[SCOPRI L'ITALIA] Erice: borgo nato dal mito che sovrasta il Golfo di Trapani


(@domenicot)
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Registrato: 3 anni fa
Post: 480
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https://www.italiani.it/erice-borgo-nato-dal-mito/

Erice è un borgo siciliano di più di 26.000 abitanti in provincia di Trapani, facente parte del circuito dei Borghi più belli di Italia. La rocca più alta è abitata però da circa 1.000 abitanti. Come molti borghi italiani (soprattutto siciliani), la sua storia si fonda dalla mitologia. Il nome Erice proviene infatti dal re autoctono Eryx, figlio di Afrodite e dell’argonauta Bute, ed era il gigante protettore della città. Sulla vetta del Monte Erice, alto 751 m, sorge l’antico borgo medievale, che ammalia per la sua storia e la sua bellezza. Inoltre, la città offre anche un punto panoramico con una splendida vista sul golfo di Trapani, da cui è anche possibile osservare dei magnifici tramonti, quando il sole si spegne proprio dietro le isole Egadi.

Mito di Erice

Prima della costruzione di Erice durante l’età del bronzo, erano presenti già delle piccole città ai piedi della montagna. Il gigante Erice era la personificazione dell’omonimo monte (il più alto dei Monti di Trapani), protettore della popolazione locale. Secondo il mito, fu proprio Erice a far realizzare il tempio di Afrodite (dove oggi sorge l’attuale castello della Venere Ericina), sulla vetta della città. Ottimo pugile, Erice sfidò e vinse molti eroi. Ebbe anche il coraggio di sfidare Eracle, che passava di lì dopo aver rubato i buoi di Gerione (una delle 12 fatiche). L’incontro prevedeva che se Eracle avesse perso, Erice avrebbe preso i suoi buoi, al contrario se avesse perso il gigante, Ercole avrebbe ottenuto la sua terra. La sfida fu vinta dal figlio di Zeus e diede la terra ai suoi abitanti, asserendo che sarebbe stata poi potuta essere reclamata dai suoi discendenti.

 

Illustrazione Mundus Subterraneus del gigante Erice messo a confronto con altri giganti  

Illustrazione gigante Erice da Mundus Subterraneus (1665)

Breve storia di Erice

Secondo lo storico greco Tucidide, Erice venne fondata nell’VIII secolo a.C. dagli Elimi (ovvero alcuni troiani scappati dalla guerra, unitisi con la popolazione locale). Grazie alla sua posizione ideale, fu contesa da Cartaginesi e Siracusani. I primi riuscirono a conquistarla all’inizio del IV secolo a.C., ma ne persero il controllo, quando venne conquistata dai romani nel 244 a.C. durante la prima guerra punica. Più che per l’importanza militare, Erice fu conosciuta dai nuovi conquistatori per il culto della Venere Ericina. Secondo il mito romano, la costruzione del tempio non si deve a Erice, bensì a Enea, che decise di seppellire sul monte il padre Anchise e costruire un tempio per la madre Venere. L’antico tempio sorgeva proprio dove ora è presente l’omonimo castello di origine normanna.

Castello di Venere Erice
Foto: © Carlo Pelagalli – Wikimedia Commons – CC BY-SA 3.0.

Durante la dominazione araba, nell’831 d.C. la città venne ribattezzata Gabel-el-Hamid e nel XII secolo, con la conquista della Sicilia da parte dei Normanni, la città alta prese il nome di Monte San Giuliano, in onore di San Giuliano Ospedaliero, protettore dei viaggiatori. Grazie ad un privilegio concesso dall’imperatore Federico II, il territorio di Erice venne allargato a quello che viene chiamato agro ericino, che comprendeva anche i paesi sottostanti di Valderice, Buseto Palizzolo, Custonaci e San Vito Lo Capo. Negli anni successivi, con la dominazione spagnola, Erice visse un periodo di rivolte popolari, spesso represse. Nel 1936 Erice riacquisterà poi il suo nome originario. Infine, negli anni seguenti, i paesi dell’agro ericino diventarono comuni autonomi, da Custonaci (1948) a Valderice (1955).

Golfo di Trapani
Foto: © Norbert Nagel, Mörfelden-Walldorf, Germany – Wikimedia Commons – CC BY-SA 3.0.

Cosa vedere

Splendido borgo medievale, Erice è piena di storia e di monumenti. Tra quelli più antichi ci sono le mura ciclopiche (chiamate così perché secondo la leggenda furono costruite dai ciclopi). Queste mura Elimo-Puniche costruite per proteggere il borgo antico risalgono al VII secolo a.C. e presentano tre porte principali per accedere alla città: Porta Spada, Porta Trapani e Porta Carmine. Su alcuni massi sono ancora visibili alcune incisioni con lettere dell’alfabeto fenicio. Da visitare è inoltre il castello della Venere Ericina. È una fortezza normanna, che sorge nel luogo dell’antico santuario, una volta dedicato a Venere, in seguito alla Vergine Maria. Al centro del borgo si trova invece il Duomo dell’Assunta, fatto costruire da Federico III d’Aragona nel 1312, dallo stile neogotico. Il suo campanile era in principio un’antica torre d’avvistamento militare.

Duomo di Erice
Foto: © neekoh.fi – Wikimedia Commons – CC BY 2.0.

Erice è inoltre famosa per il panorama. Dai Giardini del Balio, che fanno da contorno dall’omonimo castello con le sue torri, si può ammirare il panorama sulle saline di Trapani. Poco lontano è situata la Torretta Pepoli, fatta costruire in stile liberty dal conte Agostino Pepoli nel 1870 come luogo di studi. Recentemente è divenuta un Osservatorio di Pace e Faro del Mediterraneo. Infine è interessante visitare anche il Quartiere spagnolo, antica fortezza del XVII secolo, fatta realizzare dagli ericini fuori dalla città per ospitare i soldati spagnoli. Rimasta abbandonata per anni, il conte Pepoli propose a farla ristrutturare a proprie spese per farne un museo. La proposta venne bocciata e la fortezza non fu più toccata fino al 2005, quando venne restaurata. Oggi vi sorge il museo di Arti e Mestieri di Erice.

Quartiere spagnolo di Erice
Foto: © Norbert Nagel, Mörfelden-Walldorf, Germany – Wikimedia Commons – CC BY-SA 3.0.

Cosa mangiare

Se si ci ferma ad Erice non si possono non provare le specialità culinarie tipiche del borgo. Oltre ai busiati con pesto alla trapanese e il cous cous, propri della zona di Trapani, ad Erice si possono trovare dei buonissimi dolci. Tra questi i più famosi sono i genovesi, realizzati con pasta frolla e crema pasticcera. I più famosi si trovano nella rinomata pasticceria di Maria Grammatico. Altre specialità dolciarie sono i bocconcini di Erice, realizzati con marmellata di cedro e mandorla e i mustazzola. Quest’ultimi sono dei dolci simili ai cantucci, da inzuppare nella malvasia, nel marsala o nel passito (magari quello DOC di Erice).

Genovesi di Maria Grammatico
Foto: © Enzo Rippa – Wikimedia Commons – CC BY-SA 4.0.

Erice è sicuramente una città da visitare almeno una volta nella vita. Questo meraviglioso borgo siciliano riesce a stupire e meravigliare anche il visitatore più scettico. Passeggiando per le sue strette strade si respira la sua storia millenaria, i suoi buonissimi prodotti tipici incantano per la loro dolcezza e il loro sapore e i suoi tramonti, tra i più belli del mondo, lasciano dei ricordi indelebili nella memoria di chi si ferma a guardarli.

Fonte fotografia in evidenza: © b.roveran (MrPanyGoff – flickr.com) – Wikimedia Commons – CC BY 2.0.


   
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