Foto: Domenico Tropeano
L’Abbazia Benedettina di Santa Maria risalente alla seconda metà dell’anno 1000 venne edificata per volere di Roberto il Guiscardo sui resti del monastero di Sant’Eufemia fondato molto probabilmente da Cassiodoro intorno alla metà del VI secolo ed in seguito distrutto dai Saraceni.
Molti studiosi ipotizzano che in quell’area sorgesse la città di Terina, fondata dai Crotoniesi nel VI secolo A.C., ipotesi avvalorata dal ritrovamento di una parte del complesso urbano.
La realizzazione dell’Abbazia, che rientrava nel processo di latinizzazione del territorio e della ricostruzione religiosa e monastica sotto l'egemonia romana, fu affidata da Roberto il Guiscardo all’abate Robert De Grandmesnil, il quale era stato costretto all'esilio da parte del duca di Normandia Guglielmo il Conquistatore.
Foto: Domenico Tropeano
Tra le più grandi in Europa, durante il periodo Normanno-Svevo è stata amministrata dai monaci benedettini. Nel periodo di maggior fervore l'abbazia contava circa un centinaio di monaci provenienti da tutta Europa.
Durante il governo Angioino, venne affidata ai Cavalieri di Malta, che introdussero il culto per la Martire di Calcedonia, Sant’Eufemia e vi rimasero fino alla sua distruzione, causata dal terremoto che colpì la piana di Sant’Eufemia nel 1638.
Foto: Domenico Tropeano
L'importanza dell'Abbazia Benedettina di Sant'Eufemia trova il suo fulcro principale nell'avvio del processo di transizione dall'epoca Bizantina a quella Latina.
Attualmente è possibile visitare i ruderi dell’Abbazia riconoscendone i tratti distintivi dell’architettura normanna.
