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[STORIE] Dall’intuizione al successo: la storia di Francesco Condorelli


(@domenicot)
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https://belpasso.italiani.it/scopricitta/dall-intuizione-al-successo-la-storia-di-francesco-condorelli/

Da necessità nascono importanti occasioni, utili a farci crescere e affrontare tutti gli ostacoli che la vita ha da porci. La storia che vi stiamo per raccontare è una storia di passione, forza di volontà ed intuizione, la storia del Cavalier Condorelli.

Condorelli e la sua “arte da mettere da parte”

Antonio Francesco Palmino Condorelli, per gli amici “Ciccino”, nasce a Belpasso, il 31 marzo del 1912. Figlio di Mariagrazia Carbonaro e Giuseppe Condorelli, noto proprietario di due saloni da parrucchiere e fondatore della banca operaia di Catania; Francesco era il terzo di 5 figli. Fin da piccolo cominciò ad approcciarsi al mondo del lavoro come aiutante nell’officina dello zio. Quel tipo di lavoro però non faceva per lui, considerava infatti quel luogo di lavoro buio e triste. Un giorno, il piccolo Condorelli assistette all’inaugurazione in via XVIII traversa di una dolceria. Tra la folla il piccolo conobbe il padre del proprietario della dolceria il quale, avendolo preso in simpatia, decise di offrirgli un lavoro nell’attività del figlio. Fu così che, a soli 10 anni, tutti i giorni dopo la scuola e i compiti, Francesco andava a lavorare alla dolceria, accrescendo la sua passione per quel mondo così allegro e dolce.

Condorelli- Foto di Franscesco Condorelli
Francesco Condorelli, insignito dei titoli di Cavaliere del Lavoro e, nel 2000, di Grand’Ufficiale della Repubblica Italiana

Il 12 Maggio 1928, Giuseppe Condorelli morì, lasciando moglie e figli allo sbando; ebbe inizio un periodo buio per la famiglia Condorelli. Alcuni dei fratelli si trasferirono nella vicina Nicolosi, mentre Francesco, all’età di 16 anni, trovò un impiego alla fabbrica di cioccolato “La preferita” nei pressi del Borgo. Qui Francesco fece proprio l’insegnamento lasciatogli dal padre riassumibile nel detto “prendi l’arte e mettila da parte”; tant’è che una volta imparato il mestiere aprì a Belpasso nel 1933 la sua prima pasticceria in piazza Stella Aragona. Sull’onda dell’esperienza maturata in quegli anni, Francesco si lanciò in un nuovo progetto. E così, approfittando della costruzione della strada che da Nicolosi dava sull’Etna, aprì “Il caffè dello sci”, il primo locale situato sul famoso vulcano siciliano.

Il periodo fascista e la consacrazione del torroncino Condorelli

Con l’ingresso dell’Italia fascista, Francesco venne chiamato alle armi, ed essendo figlio di madre vedova aveva il diritto di poter restare di servizio in Sicilia, tra Messina e Catania, consentendogli di tanto in tanto di tornare in pasticceria; ma fu con l’inizio della seconda guerra mondiale che per Condorelli iniziarono guai seri. Prestò servizio per il 24° Reggimento artiglieria terrestre “Peloritani” e, durante uno scontro con gli Americani in una località di Modica, venne fatto prigioniero e portato, insieme ad altre 15 persone, a Susa vicino Tunisi. Particolarmente interessante fu la considerazione che un italo-americano (i quali spesso inviati come aiuto agli americani per questioni linguistiche) di origine calabrese fece al gruppo dicendo: “Siti fortunati, vui aveti ammazzatu tri americani e vui dovevate fari la stessa fini. L’americani sunu signori”. Purtroppo la situazione non era delle migliori neanche per la famiglia di Francesco, specialmente per chi era rimasto a Belpasso.

Condorelli-La statua dedicata a Francesco Condorelli
La statua dedicata a Condorelli, realizzata dallo scultore Salvatore Alibrio, inaugurata il 26 Settembre 2020

Il rientro in Italia

A seguito infatti della scarsità della clientela e delle materie prime, la pasticceria dovette chiudere. Nel frattempo, Francesco rientrò in Italia nel ’44 e cominciò per lui un periodo come pasticciere di fiducia degli Americani; con i quali aveva ormai stretto un rapporto di stima reciproca non avendo mai in alcun modo dato alcun tipo di problema. Condorelli venne liberato e tornò in Sicilia solo dopo il 1945, anno in cui riaprì la sua amata pasticceria, e durante gli anni del boom economico degli anni 50/60 poté ammodernare e ristrutturare la sua attività. La svolta però si ebbe solo nel 1965, durante una cena tra amici a Torino. A Francesco venne servita una stecca di torrone tagliata in parti diseguali; da lì gli venne la brillante intuizione del Torroncino, il quale divenne il simbolo dell’azienda che passò dall’essere un impresa artigianale ad una industriale consacrando così anni di lavoro.

L’eredità del cavaliere

Le fatiche di una vita, dedita al lavoro e al sacrificio, furono finalmente ricompensate. Condorelli oggi è una realtà più che affermata e legata fortemente al territorio belpassese, il quale custodisce gelosamente la conoscenza di un uomo che durante tutta la sua vita e anche dopo la sua morte avvenuta nel 2003, si è costantemente messo in gioco, lasciando in eredità la sua arte, la quale ancora oggi è portata avanti con passione dal figlio Giuseppe.


   
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