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[TRADIZIONI] Carretto siciliano: opera d’arte su due ruote dalla storia secolare


(@domenicot)
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Registrato: 3 anni fa
Post: 480
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https://www.italiani.it/carretto-siciliano/

Il carretto è uno dei simboli della Sicilia. Visitare le grandi città dell’Isola (Palermo e Catania in primis) e non vederne uno è infatti impossibile. Il carretto siciliano è soprattutto una sorta di attrazione turistica. Tuttavia, questo mezzo di trasporto ha avuto negli anni una grande importanza, in quanto mezzo di lavoro. Anche se la viabilità in Sicilia non si è evoluta poi molto (purtroppo) e continuano ad esistere diverse “trazzere” abbastanza malmesse, con il diffondersi dell’automobile e di altri mezzi, il carretto ha visto un lungo declino che, dalle strade dell’Isola (disastrate e non), l’ha portato nei centri città per attirare i turisti o all’interno di musei etnografici.

Storia del carretto siciliano

Il carro è un mezzo antico (quasi quanto la ruota). Il carretto siciliano, come lo si intende oggi, con i suoi tipici colori e raffigurazioni, nasce invece all’inizio dell’Ottocento. Di base si tratta di un carretto per il trasporto merci, adornato con figure particolari (immagini sacre, cavalleresche e così via). Questo veniva trainato da un cavallo (o asino) serviva per il trasporto agricolo e, grazie alle grandi ruote, era l’ideale per affrontare le “trazzere” siciliane. Inizialmente nei carretti siciliani venivano dipinte immagini della Vergine Maria, o dei santi (in particolare San Giorgio), come simbolo di protezione. In seguito sono poi arrivate anche le immagini cavalleresche (opera dei pupi) o mitologiche. In un periodo in cui la maggior parte delle persone (soprattutto i contadini) era ancora analfabeta, il carretto siciliano si ergeva anche a “mezzo di cultura”, che raffigurava le storie che solitamente venivano narrate oralmente.

Carretto siciliano - carretto con cavallo decorato 
Foto: © Filippo Piazza – Wikimedia Commons (CC BY-SA 3.0).

Naturalmente, al di là del decoro, la vernice serviva anche a proteggere il legno dall’usura e dagli agenti atmosferici. Nel corso del tempo il carretto siciliano, da semplice mezzo di lavoro, è divenuto una vera e propria opera d’arte, con decori sempre più appariscenti. Questo lavoro meticoloso era affidato a degli artisti specializzati, capaci di dipingere ogni parte del carretto (ruote comprese). Proprio in riferimento a questa abbondanza di decorazioni e dettagli (per non parlare degli accessori con cui veniva adornato il cavallo trainante) nel suo “Viaggio in Sicilia” del 1885, lo scrittore francese Guy de Maupassant, descrisse i carretti siciliani visti a Palermo come “rebus su due ruote che viene sempre voglia di risolvere”. Purtroppo oggi di nuovi “rebus” non se ne vedono molti in giro. Il carretto siciliano è ormai “storia passata”, ma fortunatamente continua a vivere soprattutto grazie al turismo.

Differenza tra Palermo e Catania

Cosa rende speciale il carretto siciliano? Sicuramente i suoi ornamenti, ma non solo. Anche la sua struttura è particolare. Non tutti i fabbri sono in grado si realizzare un carretto, a causa della sua complessità (anche solo per la realizzazione dell’arabesco della “cascia di fusu”, che si trova sotto l’asse delle ruote). Inoltre non esiste un solo tipo di carretto siciliano “standard”. Catania e Palermo hanno infatti una diversa scuola di pensiero in questo senso. Anche se la struttura di base è la stessa, i carretti palermitani presentano le sponde (masciddari) di forma trapezoidale, mentre quelli catanesi sono rettangolari. Inoltre i primi tendono più al giallo, mentre i secondi al rosso (i due colori sono presenti poiché sono i colori della Sicilia). Inoltre esistono anche altri stili meno diffusi, che si possono trovare nell’agrigentino, nel trapanese e nel ragusano.

 

Musei del carretto siciliano

Diversi musei sono stati dedicati a questo antico e magico mezzo di trasporto. Uno dei più famosi musei del carretto siciliano è senza dubbio quello di Vittoria (RG), ma sono anche presenti a Bronte (CT) ad Aci Sant’Antonio (CT) e Terrasini (PA). A Campobello di Licata (AG), si tiene la tradizione secolare della Rietina. Si tratta di una festa folkloristica (dedicata alla Madonna dell’Aiuto), con una sfilata di carretti siciliani per le vie del paese. Una simile sfilata di carretti (durante feste differenti) si svolge inoltre a, Barrafranca (EN), Dattilo (TP) e Canicattì (AG).

Nonostante il carretto siciliano sia ormai un dolce ricordo di un tempo che fu, è impresso nel cuore di tutti gli abitanti dell’isola. Anche se questi non hanno mai avuto l’onore di fare un giro o non ne hanno mai visto uno originale di presenza, ogni abitante dell’Isola va fiero di questo mezzo contadino, evoluitosi in opera d’arte. Allo stesso modo del Triscele o dei “pupi siciliani”, il carretto ha contribuito a rendere famosa la Sicilia in tutto il mondo, incantando i turisti che ancora oggi cercano di risolvere quei rebus di cui parlava Guy de Maupassant già cento anni fa.

Foto di copertina : © Ji-Elle – Wikimedia Commons (CC BY-SA 3.0).


   
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