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[TRADIZIONI] I Re Magi, i nobili sapienti che arrivavano dall’Oriente


(@domenicot)
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https://www.italiani.it/re-magi-origini/

I Re Magi: le figure emblematiche del presepe del giorno dell’Epifania. Ma chi sono i tre nobili che in groppa ai loro cammelli arrivano a Betlemme per rendere omaggio ad un bimbo nato in una grotta?

I Re Magi nel Vangelo di Matteo

L’evangelista Matteo è l’unico a citarli nei suoi testi e racconta che tre Magi, provenienti dall’Oriente giungono a Gerusalemme inseguendo la scia di una stella nel cielo. Giunti alla corte di Re Erode domandano dove possono trovare il Re dei Giudei, per andare ad adorarlo. Erode, insospettito, convoca tutti i sapienti di corte. Così scopre che il profeta Michea aveva predetto già da tempo la nascita di un bambino a Betlemme che sarebbe diventato il re dei re. Appreso tutto ciò, Erode esorta i tre speciali viaggiatori a riportargli delle informazioni più precise.

Il suo vero intento è quello di approfittare della buona fede dei tre uomini per trovare il bambino che potrebbe usurpargli il trono e quindi ucciderlo. I tre Magi, sempre inseguendo la stella, arrivano fino alla grotta dove trovano il bimbo appena nato con la madre Maria e il padre Giuseppe. Si prostrano al suo cospetto e gli offrono i loro doni: oro, incenso e mirra. Gli riservano tutti gli onori che si devono ad un vero re. Compiuta la visita lasciano Betlemme ma non ritornano da Erode che non ha così le informazioni necessarie per scagliare la sua ira e il suo odio contro un povero bimbo inerme.  

Gaspare, Melchiorre e Baldassarre

I Re Magi arrivano a Betlemme il 6 gennaio che, per la Chiesa cattolica, è la festa dell’Epifania ovvero della manifestazione della divinità. Dio, nei panni di un bimbo appena nato, si rivela ai sapienti rappresentanti dai tre nobili arrivati dall’Oriente. Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, questi i nomi dei tre uomini che, secondo tradizione, rappresentano i popoli pagani (la primitia gentium) che rende omaggio al Bambinello Gesù riconoscendolo come unico Dio. Secondo lo storico greco Erodoto, i Magi (o Maghi) erano una tribù del nord della Persia composta da sacerdoti della religione mazdaica. I Magi studiavano le stelle: le posizioni e i movimenti degli astri nel firmamento.

i re magi 

Essi rappresentavano scienza e sapienza e le razze umane discendenti dai tre figli di Noè: Sem, Cam e Iafet. Infatti uno di loro, Baldassarre, era di carnagione scura in rappresentanza dei popoli di colore. La presenza dei tre Magi, esponenti di razze diverse nella grotta, significa accoglienza, integrazione e condivisione voluta da Dio per tutti i popoli della terra. Scienziati, astronomi, uomini di grande sapienza e cultura. I Magi portano in dono a Gesù oro, incenso e mirra. L’oro rappresenta la regalità del bimbo che diventerà re dei re; l’incenso ne esalta la sua natura divina. Infine la mirra che è una resina, una sostanza utile per cicatrizzare le ferite, simboleggia il sacrificio di Gesù: il verbo che si incarna, il dio che si fa uomo per redimere l’umanità.  

Le reliquie dei Re Magi

Marco Polo nel Milione, il libro in cui racconta la sua avventura nelle terre d’Orientedice di aver visitato la tomba dei Magi nella città persiana di Saba. Altre fonti storiche narrano che le tombe dei Magi sono state rinvenute da Sant’Elena durante un pellegrinaggio in Terra Santa. Le reliquie sono state poi portate a Costantinopoli, nella chiesa di Santa Sofia, per poi essere trasferite a Milano. Quando Federico Barbarossa occupa la città porta le reliquie a Colonia, dove ancora riposano in una cappella del duomo. Altre reliquie si possono trovare nella parrocchia di Brugherio.

reliquario dei re magi 
Le reliquie dei Re Magi (Wikipedia – Erasmus 89 CCBY-SA4.0)

Esse sono un dono di Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, che le ha regalate alla sorella Marcellina, religiosa benedettina, divenuta poi santa. Sono tre piccole ossa di falangi delle dita dei Magi, riposte nella chiesetta del convento dove viveva Santa Marcellina con altre consorelle. Le reliquie rimasero nel monastero fino al 1613. Dopo diverso tempo il cardinale Federico Borromeo ne ha disposto il trasferimento a Brugherio, dove sono tuttora custodite in un prezioso reliquiario.


   
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