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Segno di Venere, film icona della commedia all'italiana Fonte Wikipedia Segnodivenere-Loren&Valeri.png

Il segno di Venere, commedia tagliente e lungimirante

Una pellicola cinematografica di quasi 70 anni che pone dell’ironia e al contempo delle riflessioni in merito ai rapporti tra donne e uomini. Il segno di Venere (1955), regia di Dino Risi, è un film dissacrante rispetto alle contraddizioni del tempo che però hanno poi trovato conferma con la società del benessere.

Trama della pellicola

Cesira Colombo (Franca Valeri) si trasferisce, per qualche tempo, da Milano a Roma e vive con gli zii e la cugina Agnese Tirabassi (Sophia Loren), proveniente da Napoli. Ben presto Cesira, sia per il suo essere indipendente e sarcastica, sia perché non risponde agli standard di bellezza del tempo, si rende conto di non riuscire ad attrarre gli uomini. Viceversa, Agnese, per l’aspetto e il carattere semplice e ammiccante, coinvolge il sesso maschile fino a risultare ossessivi e molesti nei suoi confronti.

Ella vuole davvero bene Cesira, ma è inconsapevole del fatto di tenerla in ombra, proprio perché ciò avviene in misura involontaria. D’altro canto Agnese porta ammirazione verso la cugina in quanto lavoratrice, esattamente dattilografa. Cesira Colombo è intenta a trovare l’uomo della sua vita: la signora Pina, chiromante, la sollecita a corteggiare ogni uomo piacente che incontra, in modo da coltivare questa speranza.

Il segno di Venere, una serie di figure maschili che si avvicendano

I profili maschili presenti sulla pellicola richiamano determinate caratteristiche. Solo Ignazio Bolognini (Raf Vallone), pompiere, risulta essere il più affidabile, gli altri fanfaroni e intrisi di mediocrità. Il fotografo Mario (Peppino De Filippo), che lavora nello stesso luogo di Cesira, è in cerca di considerazione, soprattutto verso Agnese per la quale assume un atteggiamento quasi persecutorio. Un uomo pusillanime, senza una sua autenticità.

Romolo Proietti (Alberto Sordi) vive di espedienti, senza scrupoli ma ancora legato morbosamente alla madre. Alessio Spano (Vittorio De Sica), poeta squattrinato, che approfitta a livello economico di chi gli capita a tiro. Questi arriva ad offrire la cena alla comitiva coi personaggi citati ma poi si tira indietro; a Cesira tocca pagare il conto.

Il segno di Venere, evoluzione del film

Agnese e Ignazio intrattengono una relazione, lei resta pure incinta, all’insaputa della cugina. Quando quest’ultima li scopre affiora in lei il senso di inadeguatezza e scappa, rimanendo fuori tutta la notte. Incontra per caso Romolo e finisce con lui in questura perché si trovava con lui quando è stato sorpreso dalla polizia. Il poeta Alessio accompagna in mattinata Cesira a casa e le dà un appuntamento. Ma, essendo lui un opportunista, appena incontra la chiromante, sposta le attenzioni su di lei, in quanto benestante e da cui può trarre più vantaggi. Agnese è intenta ad organizzare il matrimonio riparatore, con la famiglia entusiasta, mentre Cesira scopre che Alessio in realtà l’ha scartata e va a lavoro. Ella perde ogni spiraglio di amare ed essere amata.

Il segno di Venere, una scena con la protagonista
Franca Valeri in una scena del film Fonte Facebook

Cosa si può cogliere dalla pellicola

Il segno di Venere è un film del secondo dopoguerra; nonostante allora non si era giunti ai livelli odierni di consumismo relazionale, già vi erano allora le premesse. Tutto questo incarnato dai personaggi, poiché già da allora il modello americano, il quale si riflette pure nelle dinamiche interpersonali, colonizzava menti e cuori. Tutto volto a ricevere vantaggi personali, quindi anche l’amore e l’amicizia. Particolarmente il poeta è un narcisista che cerca di incantare le donne, e non solo, per mascherare la sua vita sgangherata. Romolo e Mario sono uomini privi di valore, dall’esistenza insignificante; l’uomo trasgredisce la legge, l’altro cerca approvazione da chiunque.

Cesira è una donna dalle molteplici qualità, quali la sensibilità, l’ironia, il riuscire ad andare oltre. Queste sono caratteristiche già da allora scomode per molti uomini, adesso ancor più. Per molti avere che fare, men che meno innamorarsi di una donna sopra le aspettative sociali è insostenibile. Questo, infatti, mette in discussione la mascolinità tossica che hanno interiorizzato, secondo cui una donna, soprattutto se determinata a più livelli, non può tenere loro testa.

L’interiorità della protagonista

Ecco perché ne Il segno di Venere gli uomini si rivolgevano soprattutto ad Agnese e non a Cesira. La prima, oltre che piacente fisicamente, non aveva gli stessi strumenti intellettivi dell’altra. Agnese, infatti, come molte ragazze, finisce per sposarsi, senza capire quale sia davvero il suo desiderio. Cesira invece adopera l’ironia pungente, anche se desiderosa di vivere una relazione, indaga, scruta e cerca di comprendere cosa vuole davvero. Il finale del film porta gli spettatori e le spettatrici ad interrogarsi se Cesira vive la sua condizione di solitudine con rassegnazione, pensando di essere lei sbagliata, o se questo può divenire motivo per affermare la sua individualità. Tra l’altro gli uomini che ha incontrato nel film non erano alla sua altezza. La sua situazione può portarla a creare valore e bellezza nella sua vita, dimostrandovi di riempirla anche senza un uomo.

Non si tratta di stigmatizzare gli uomini ma di sostenere come ancora molti, ovvero chi non si è messo in discussione, sono ancorati ad una mentalità patriarcale che vede la donna compiacente e non artefice di se stessa. Il segno di Venere rappresenta queste dinamiche, ancora presenti nella società odierna, assieme all’esistenza di arrampicatori sociali che non conoscono affetti e sentimenti.

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