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Parco della Susanna, una risorsa nel cuore di Cibali ph Angela Strano

Parco della Susanna, risorsa naturalistica da difendere

Un polmone verde della città che rischia di essere cementificato. Una risorsa da conoscere meglio e da valorizzare maggiormente. Il Parco della Susanna, situato nel cuore del quartiere Cibali, è un luogo dell’anima di Catania, poiché attraverso la sua storia.

Storia dell’area

Il Parco della Susanna è motivo di interesse sotto più prospettive. Anzitutto sono presenti ancora sabbie, argille, detriti vari di 80 mila anni fa, risalenti quindi al Pleistocene superiore. La morfologia attuale dell’area si è costituita nel 1669, in seguito alla celebre eruzione violenta dell’Etna. Aspetti che implicano un peculiare interesse geologico, soprattutto perché la zona si trova tra numerosi edifici, estendendosi tra Martelli Castaldi e le vie Generale Cantone e Alvise Caldamosto. La conformazione dell’area ha favorito la crescita di piante ed erbe spontanee, quali ginestra, roverella, bagolaro, pino domestico, olivastro. Un boschetto misto che ha permesso di accogliere una varietà faunistica, ossia donnola, coniglio selvatico, diversi tipi di serpenti e volatili.

Il Parco della Susanna, oltre ad ospitare biodiversità animale e vegetale, fino a non molti decenni fa è stato luogo di coltivazione di orti. Pure rispetto alla speleologia esso richiama l’attenzione, con la presenza della Grotta Lucenti, che in gran parte ancora è inesplorata. Una cava che con probabilità risale al ‘700 da cui estraeva terra rossa, chiamata in siciliano agghiara, adoperata per la costruzione di edifici.

Nell’area vi sono pure ampi terrazzamenti ottenuti coi muretti a secco, i quali, assieme a canali di irrigazione ed edifici rurali, sono testimonianza dell’attività umana nel territorio catanese. Occorre ricordare che l’arte dei muretti a secco è inserita nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO. Si tratta del primo tentativo di modificare l’ambiente circostante, con l’accostamento di pietre, formando dei blocchi, ben assemblati, tanto da formare talvolta un mosaico. Il muro a secco è un manufatto tipico di tutte le culture del mondo.

Ancora, il terreno è integro; la sua permeabilità consente il fluire delle acque nel caso di piogge anche consistenti; quindi riduce il rischio idrogeologico,

La struttura di ciò che un tempo era un ponte al Parco della Susanna
I ruderi di quello che un tempo era un ponte, al Parco della Susanna ph Angela Strano

Parco della Susanna e la speculazione edilizia

Lo scorso ottobre la Giunta Comunale approva una convenzione con la società privata Fabrica Immobiliare S.G.R. L’incarico assegnato è realizzare alloggi sociali, presso l’attuale Parco della Susanna, con le risorse finanziarie rese disponibili dalla Regione Siciliana. Si tratta di costruire un complesso residenziale con quattro edifici e il totale di 102 unità abitative. Una convenzione dalla durata di vent’anni che attribuisce alla società privata scelta (soggetti attuatore) tutti i poteri. Questo equivale a definire i prezzi di vendita e locazione, oltre i requisiti necessari per fruire di tali abitazioni. La ditta stabilisce pure le modalità della locazione e la gestione degli alloggi.

L’operazione costituisce un esempio di social housing, ovvero offrire una casa alla cosiddetta “fascia grigia” della popolazione, che sta, a livello economico, tra i soggetti più fragili e quelli più abbienti. Un provvedimento, quindi, già in se stesso discriminante, poiché non si tratta di edilizia economica popolare, di cui tante categorie saranno escluse. Inoltre, se si vuol davvero aiutare chi ha problemi economici nel trovare casa, basta stipulare tra Comune ed enti privati accordi territoriali per recuperare i numerosissimi alloggi abbandonati.

Una vera e propria speculazione edilizia, pagata coi soldi pubblici, quindi da cittadini e cittadine, la quale in realtà è un’operazione immobiliare privata. Una situazione assolutamente non nuova a Catania e in tutta Italia. Il fenomeno della speculazione edilizia è sempre stato ampiamente trattato, ad esempio dal libro Il ballo del mattone, di Maurizio Palermo, proprio in merito al capoluogo etneo. Poi, rispetto ad uno sguardo più ampio, occorre ricordare il film Le mani sulla città (1963) di Francesco Rosi.

Parco della Susanna, risorsa da difendere
Un’area da tutelare e curare, invece di cementificare ph Angela Strano

Annegare nel cemento e nello smog

La cementificazione del Parco della Susanna porta l’ennesimo disastro ambientale a Catania. In una città in cui le estati sono sempre più lunghe e torride, in cui i cambiamenti climatici si ripercuotono maggiormente, è estremamente necessario adibire più aree verdi. Occorre insistere sul piantare alberi, prendersi cura di quelli che già ci sono, allargare la presenza di polmoni verdi. Invece a Catania, e non solo, si procede nella direzione opposta. Sussiste ogni pretesto per tagliare alberi e quindi ridurre le aree verdi. Il Parco della Susanna, con una maggiore manutenzione, veramente può costituire un polmone verde per la città. Tutto ciò accade sia perché, col capitalismo e le logiche clientelari, conta soprattutto il profitto; non esiste la concezione del bene comune, del vivere in città a misura umana.

Gli alberi sono un ottimo alleato per contrastare i cambiamenti climatici, nonché per assorbire tutta l’anidride carbonica prodotta dall’esagerato numero di automobili presenti a Catania. ma, a quanto pare, l’amministrazione comunale non tiene conto di questo. Oltretutto, i provvedimenti tesi a peggiorare la vita delle persone possono sempre in sordina, come è stato con la decapitazione della Ferrovia Circumetnea. Solo gli attivisti e le attiviste del Comitato Salvalacircum hanno cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto stava accadendo. Il Parco della Susanna è una risorsa da difendere, curare, per creare bellezza in città e specialmente per i tempi che corrono rispetto alla questione ambientale.

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