notification icon
itNoi applicazione
Tutto il meglio di Noi italiani.it sul tuo telefono
Installa
don fortunato

Sicurezza in Rete: Don Fortunato, il parroco siciliano che lotta contro la pedofilia

In occasione del Safer Internet Day, la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete oggi 9 febbraio, la community noi.italiani.it vuole raccontarvi la storia di un parroco della provincia siciliana, Don Fortunato Di Noto che da 30 anni porta avanti la battaglia contro la pedofilia su internet con la sua associazione Meter. E’ stato molto emozionante parlare con Don Fortunato, un uomo semplice, del profondo Sud (lo dice con grande orgoglio), che ha dedicato la sua vita a sradicare i criminali del web.

don fortunato
Don Fortunato di Noto

Quelli che fanno vittime tra i più deboli e indifesi, i nostri bambini. Di lui hanno parlato anche importanti riviste internazionali come il Newsweek. Il nostro parroco di Avola ha anche avuto importanti incarichi istituzionali: membro del tavolo tecnico dell’Osservatorio Nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia online della Presidenza del Consiglio dei Ministri; membro del comitato scientifico della Polizia Postale e delle Comunicazioni….Don Fortunato dice di sé che si sente come Davide che lotta contro Golia. Perché? Leggete cosa ha raccontato alla nostra community e qual è il messaggio che vuole far arrivare alla rete degli Italiani nel mondo.

Don Fortunato raccontaci come è iniziato tutto

L’idea è nata in concomitanza con il mio impegno sacerdotale. Trenta anni fa mi sono innamorato delle nuove tecnologie, quando ancora non erano così conosciute e così popolari come oggi che fanno parte della nostra quotidianità. A questo aggiungo che io sono sempre stato vicino ai bambini e sensibile alle problematiche dell’infanzia. Prestavo, infatti, servizio negli orfanotrofi. Legare la mia passione per internet al mio impegno accanto ai più piccoli è stata una scelta spontanea. Determinata, però, da una vicenda. Agli inizi degli anni ’90 studiavo a Roma alla Gregoriana. Facendo delle ricerche sul web, mi sono imbattuto nelle prime immagini commercializzate di bambini violati (un business multimiliardario, ndr). E’ stato terribile.

don fortunato
La copertina del Newsweek dedicata all’opera di Don Fortunato e Meter

Cosa hai fatto?

La mia è stata una risposta pionieristica ma che si è rivelata col tempo quella giusta. Fino a quel momento nessuno si era preoccupato della pedofilia su internet. Io ho avviato la mia battaglia. Una battaglia di cui 2001 ha parlato anche il Newsweek, una delle più importanti riviste statunitensi. Nel 2016 anche il noto sito statunitense di informazione Daily Beast ha raccontato la mia storia e l’impegno di Meter. La storia di questo parroco siciliano che si è impegnato a combattere la pedopornografia online anche davanti a tante difficoltà.

Quali?

E beh all’inizio è stato molto difficile: le autorità di polizia erano ancora disorganizzate davanti a questa nuova minaccia che arrivava dal web. Non esistevano leggi o direttive europee a riguardo. E per dirla tutta, questo prete infastidiva. Sicuramente, però, abbiamo favorito una seria riflessione. Vi racconto con soddisfazione che sono stato io il primo a inventare la giornata dedicata a internet che è stata successivamente internazionalizzata. Nel 1997 il Parlamento italiano ha votato la prima mozione al mondo che sanciva l’impegno del governo contro la pedofilia e la pedopornografia.

Possiamo dire anche grazie a te…

Sicuramente grazie anche al fatto che avevo denunciato alla stampa e alla magistratura questo terribile fenomeno.  

Don Fortunato spesso ti muovi con la scorta perché hai ricevuto minacce di morte. Come vivi tutto questo?

Di fronte a questo grande problema mi sento come Davide di fronte a Golia. Abbiamo iniziato questa avventura dal nulla, con fatica e senza risorse. Oggi è forse più chiaro che questo fenomeno sta sfuggendo di mano. E’ un’amara verità. Ma è anche vero che si sta cercando di riparare. Noi continuiamo la nostra opera attraverso Meter, con l’OS.MO.CO.P. (Osservatorio Mondiale Contro la Pedofilia) e con il nostro centro d’ascolto che finora ha dato assistenza a 1700 vittime di violenza, maltrattamenti o dipendenza da web.

State facendo anche altro?

Sì. Abbiamo avviato anche un Centro polifunzionale per l’infanzia, l’adolescenza e i problemi dell’autismo. Si trova a Pachino, nell’estremo sud della Sicilia, in un magnifico edificio che ci è stato donato dalle Suore Adoratrici. Un gesto concordato con la Santa Sede che rende tanto orgoglioso questo prete di periferia (ama definirsi così, ndr).

Spiegaci la pericolosità di alcune app molto usate dai bambini

Da subito avevamo intuito che i social e le app – che sono arrivate dopo – sono luoghi molto pericolosi per i più piccoli. Luoghi che non sono per niente virtuali come vogliono farci credere. Anzi, sfatiamo un mito, sono luoghi reali eccome con persone che agiscono e interagiscono. Abbiamo iniziato la nostra azione di sensibilizzazione con le famiglie e con gli studenti. Spesso ci si approccia a questi ‘’luoghi’’ senza capacità critica.

Come appunto i bambini

Esatto. Non dimentichiamo mai che non possiamo trattarli da adulti. I minori che usano queste app sono bambini che non hanno consapevolezza di ciò che fanno. Loro pensano che siano giochi ma i social sono la realtà. Dietro un ‘’like’’ c’è sempre una persona in carne e ossa. E i genitori spesso non sanno dove navigano i propri figli. Tu metteresti mai tua figlia in una barchetta sola in mezzo all’Oceano? No. Però tanti genitori lasciano i propri figli soli in balia del web.

Quale consiglio puoi dare alle famiglie?

Non demonizzare internet, me ne guarderai bene, ma operare sempre tenendo ben a mente una parolina molto semplice: vigilanza! La pedopornografia, come abbiamo evidenziato nel nostro Report annuale, si è spostata tanto sui social. Io lo dico senza paura, ancora una volta ribadendo che mi sento come Davide contro Golia. Questi grandi colossi della rete potrebbero schiacciarmi in qualsiasi momento. Basterebbe mettere su internet una falsa notizia su di me e farla diventare virale. Mi distruggerebbero completamente. Io voglio aggiungere anche un’altra cosa che mi fa paura: questi colossi si sono impegnati a fornire alle autorità di polizia le informazioni richieste nell’ambito delle indagini su base volontaria perché, a dir loro, devono tutelare la privacy dei loro utenti. Beh questa per me è follia perché parliamo di gente che istiga i bambini al suicidio (come nell’ultimo caso della bambina palermitana che è morta per partecipare a una stupida challenge, ndr).  Per me, non è possibile far prevalere privacy davanti crimini che riguardano i bambini.

Sono bambini, facciamo attenzione e vigiliamo.

Grazie Don Fortunato per queste parole. Continuiamo a vigilare, soprattutto noi genitori, impegnandoci a rendere il web un luogo sicuro come appunto cita lo slogan del Safer Internt Day: together for a Better Internet. Per aiutare l’opera di Don Fortunato e di Meter clicca qui.

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
0
Would love your thoughts, please comment.x