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Giusy Caruso rinomata performer di repertorio musicale contemporaneo, ha eseguito molte anteprime mondiali di opere spesso a lei dedicate, come nell’ultimo Festival internazionale Ars Musica Bruxelles 2021. Cosentina di nascita, risiedente a Bruxelles ormai da diversi anni, nel 2018 è stata la prima italiana a dottorarsi nella ricerca artistica (PhD in Arts: piano performance) al Conservatorio Reale e Università di Gand in Belgio.
Dicono di lei…
Per il critico Andrea Bedetti è “una delle realtà interpretative più interessanti del panorama internazionale” mentre per il critico Angelo Formenti è “un talento naturale, di lavoro di studio e di ricerca appassionata e intelligente”. Il critico Pierre Meunier sulla rivista francese L’Indèpendant, si sofferma invece sull’aspetto timbrico, puntualizzando come “sulle dita della Caruso, il pianoforte diventa un altro strumento, che arriva a farci ascoltare le stelle”. Pianista concertista, artista ricercatrice e musicologa, le sue capacità espressive ed eleganti da subito furono notate. Il suo tocco caldo, deciso ed espressivo, non è creato solo da virtuosismi, ma da emozioni che proiettano gli spettatori in una dimensione evanescente, quasi onirica, frutto di una solida preparazione tecnica. Al 1998, a Roma, risale il suo primo importante riconoscimento, il prestigioso premio Mondo Musica International, dedicato ai migliori diplomati dei conservatori d’Italia.
Giusy Caruso all’estero
All’estero la Caruso inizia a realizzare un percorso di ricerca nelle arti, quando ancora in Italia era in fase di sperimentazione. Attualmente lavora al Conservatorio Reale e Università di Anversa, in collaborazione con il Laboratorio di Musicologia di Bruxelles (LaM) e l’Università di Gand e ricopre il ruolo di visiting professor in Analisi della Performance e Tecnologie Musicali alla London Performing Academy of Music. E’ regolarmente invitata a tenere masterclass sulla ricerca artistica e di pianoforte come docente ospite in Università, Conservatori e Istituzioni di livello Internazionale. Ha inciso CD per le etichette discografiche Sipario Dischi, Tactus, Centaur Records e Da Vinci Classics.
Lavori che hanno ricevuto diversi consensi da parte di artisti di fama mondiale come il critico, pianista e compositore newyorkese Jed Distler che nella rivista Classics Today la annovera tra le migliori interpreti italiane del repertorio contemporaneo, evidenziando la sua “formidabile maestria tecnica, e il suo impressionante e fervente coinvolgimento nel materiale sonoro”.
Partecipazione a concorsi nazionali e internazionali
Vincitrice di numerosi concorsi nazionali ed internazionali, nel 2009 riceve il premio speciale “World Music Ibla Grand Prize” per l’interpretazione degli Otto Preludi di Olivier Messiaen aprendosi così ad un’intensa attività concertistica in Europa, Asia, Russia, USA e Sud America da pianista solista, con orchestra e in ensemble di musica da camera. Impegnata nella divulgazione del repertorio classico e contemporaneo, è spesso ospite di trasmissioni radiofoniche, WWFM – The Classical Network New York, Radio France, Women’s Radio Sation London, Radio Rjimond Rotterdam, Rai Radio3, Radio Vaticana, Radio CEMAT, RADIO CLASSICA, RAI TV, TV2000.
Giusy Caruso performer
E’ protagonista di progetti inconsueti come il “pianoforte al contrario” degli artisti Allora & Calzadilla, di futuristici approcci multimediali come #Avatar Piano Project in collaborazione con la società LWT3 MILANO, conferenze sulla ricerca artistica e nuovi format di concerti interattivi come il DANTEUM IMMERSIVE PERFORMANCE che ha ricevuto il patrocinio DANTE700 dalla sede generale della Società Dante Alighieri di Roma. Unitamente al sostegno dei Comitati di Cosenza e la sponsorizzazione della società per la ricerca in ingegneria e architettura RAUM.
Le pubblicazioni
Numerose sono i suoi articoli di ricerca e di analisi della performance musicale pubblicati su riviste nazionali ed internazionali in lingua italiana, inglese e francese. Prossimamente di Giusy Caruso, uscirà il suo libro, pionieristico per l’Italia, sui temi tanto dibattuti della ricerca artistica. Oltre ad esser stata partecipe di masterclass di perfezionamento pianistico all’estero, al Mozarteum di Salisburgo e al Conservatorio Felix Mendelssohn di Lipsia, il suo curriculum di studi comprende: Dottorato di ricerca nelle arti performative PhD in Arts con borsa di studio – Conservatorio Reale e Università di Gand, 2018.
Post-Master in Musica Contemporanea con high distinction e borsa di studio – Conservatorio di Gand, 2014; Laurea di Secondo livello in Pianoforte cum laude – Scientia et Ars, Conservatorio di Vibo Valentia, 2006. E, ancora, Master in Piano Performance con high distinction – Conservatorio di Rotterdam, 2003; Laurea in Filosofia cum laude – Università della Calabria, 1999. Infine, Laurea in Pianoforte cum laude – Conservatorio di Vibo Valentia, 1997.
Appuntamenti nella sua città natale
Da Gennaio Giusy Caruso porterà nella sua città natale Cosenza, e precisamente a Villa Rendano, uno dei suoi format concertistici interattivi nel progetto INTER-PLAY: Note in famiglia. Una serie di incontri che vogliono offrire all’interno di Villa Rendano uno spazio creativo sonoro per accrescere la comprensione e condivisione del linguaggio musicale, e sensibilizzare all’ascolto della musica colta. Ciò, per porre particolare attenzione alla valorizzazione delle figure musicali calabresi, Alfonso Rendano e altri compositori come Francesco Saverio Salfi, Maurizio Quintieri, Francesco Cilea e Alessandro Longo.
Intervista a Giusy Caruso
Tracciando il suo percorso formativo, quali sono state le esperienze più significative che lo hanno caratterizzato e in quale periodo della sua vita?
Sicuramente l’incontro con la musica contemporanea, la ricerca artistica e poi la sperimentazione con la tecnologia. Poter essere interprete della musica del mio tempo mi affascina molto. Affrontando il repertorio dei grandi compositori come Mozart, Beethoven, Chopin, Liszt, mi sono sempre chiesta come sarebbe stato diventarne interprete nella loro contemporaneità. Per un musicista, lavorare al fianco dei compositori è un privilegio unico. È questo un aspetto dell’interpretazione, della musica colta contemporanea che trovo irripetibile, insieme al fatto di poter contribuire alla diffusione di nuove composizioni di autori viventi.
Ciò mi consente di arrivare fino ad estreme sperimentazioni con la soddisfazione di essere il tramite di un linguaggio nuovo e in continua evoluzione. Il trasferimento in Belgio nel 2011, conseguente una borsa di studio per un Post-Master in musica contemporanea al Conservatorio Reale di Gand, e successivamente il PhD in Arts, sono state le esperienze più significative. Esse hanno dato una svolta decisiva al mio percorso formativo, ma anche di vita.
Il lavoro di dottorato presso il laboratorio Art Science Interactive Lab dell’Università di Gand, concluso nel 2018, mi ha avvicinato a sofisticate tecnologie, come il “Motion Capture System”. Ossia un sistema di telecamere ad infrarossi per il tracciamento dei movimenti nello studio della performance. Questa tecnologia, oggi molto diffusa nella realizzazione dell’animazione in 3D, mi ha permesso di analizzare il mio movimento corporeo al pianoforte attraverso l’osservazione del mio avatar e l’elaborazione di dati inerenti ai miei gesti. Da qui l’idea di portare il mio avatar anche in scena, in una performance multimediale dal titolo My Avatar and Me che è stata presentata a Milano durante Piano City Milano 2018 e durante l’Open Night della Museo della Scienza e della Tecnologia 2020. Presentata anche a Linz in Austria durante il Festival Internazionale di Ars Electronica 2020 (online edition).
Ci racconti uno o due momenti determinanti della sua carriera
Appena arrivai in Belgio nel 2011, inizialmente a Gand, ricevetti una telefonata dalla manager di due artisti sudamericani Allora & Calzadilla, riguardo una performance straordinariamente bizzarra e alquanto complicata. Allora & Calzadilla, sono i creatori di un pianoforte a coda Bechstein, costruito con un foro nella cassa armonica, i pedali al contrario e la cordiera deprivata del registro centrale. Non potevo credere a questa follia. Non accettavo il fatto che si fosse pensato di forare un pianoforte, chiedendo ai pianisti di suonarlo dall’interno della cassa armonica, con la prospettiva della tastiera al contrario. Visto che amo le sfide, accettai la possibilità di suonarlo dall’interno e al contrario. L’occasione di usare il mio corpo, a stretto contatto con lo strumento non mi sarebbe mai più ricapitata tanto facilmente.
Ho dovuto rimodellare completamente l’assetto di approccio alla tastiera, ovvero dall’alto e al contrario. In questo modo, però, ho avuto la possibilità di sperimentare nuovi suoni direttamente dall’interno della cassa armonica. Pizzicando le corde, percuotendole con le mani, esplorando i tanti effetti che essa può generare. Mi sono sentita veramente parte integrante dello strumento.
L’esperienza performativa del 2011 nella galleria Argos Centre for Arts and Media a Bruxelles si è rivelata così l’esperienza più bizzarra. Ma anche una delle più creative. Dopo le performance a Bruxelles, da settembre a dicembre 2011, nel 2013 ho replicato al Museo di Arte Contemporanea del Castello di Rivoli (To). Di questi pianoforti con un foro nella cassa armonica, opere d’arte degli artisti Allora & Calzadilla, ne esistono solo due esemplari. Uno al Museo di Arte Contemporanea al Castello di Rivoli e l’altro al MoMa di New York.
Si dice spesso, che dagli errori si traggono grandi insegnamenti: se potesse tornare indietro cambierebbe qualcosa?
Non cambierei nulla, sarebbe andata ugualmente così, perché come si recitava nel film indiano Lunchbox “anche i treni sbagliati portano alla giusta destinazione.
Le decisioni importanti da prendere lungo il cammino sono sempre molte e talvolta si legano a filo doppio con le occasioni che si presentano. Cosa l’ha aiutata a non perdere l’orientamento?
Sicuramente il desiderio di portare la musica al cuore delle persone e la passione per la ricerca artistica, che rappresenta un po’ la mia vocazione. Ho sempre sentito come obiettivo principale vivere lo studio del pianoforte come ricerca e sperimentazione multidisciplinare. Sempre a contatto con le altre arti: teatro, poesia, danza, arti visive. Essere musicista per me non è solo lavorare alla creazione e produzione di un concerto o di una performance. Ma lavorare anche alla creazione di contenuti e la loro divulgazione. Questo mi ha aiutata a non perdere mai l’orientamento. Ritagliando su me stessa questa nuova figura di pianista e artista ricercatore. Ovvero di musicista che oltre alla creazione di progetti artistici ed esecuzione di concerti, si occupa di scrittura e analisi nella performance. Per cui da un progetto ne nasceva un altro e un altro ancora.
Proprio come questa nuova collaborazione con la Fondazione Giuliani e il Museo Consentia Itinera. Presenterò il mio nuovo progetto INTER-PLAY: Note in famiglia che porterò a Cosenza a Villa Rendano da questo mese di gennaio. Si tratta di un nuovo format finalizzato ad un ascolto musicale partecipativo e interattivo. Sarà attraverso la presentazione, l’approfondimento di contenuti storico-musicali e momenti di co-creazione multidisciplinare in cui si sperimenterà, in dialogo con la stessa concertista, la relazione tra suono, gesto, immagine, colore, parola, spazio, luogo fisico e luogo psichico.
Un ulteriore elemento che mi aiuta molto a rimanere focalizzata è la pratica dello yoga, che in questo ultimo periodo ho integrato anche in progetti concertistici di bio-musica, ossia particolari performance in cui si beneficia del suono dal vivo al pianoforte e della pratica di meditazione guidata.
Dall’alto della sua grande esperienza, cosa consiglierebbe ai giovani che vogliono intraprendere questa carriera?
Il mio consiglio è quello di individuare le proprie potenzialità e gli obiettivi, acquisendo competenze con taglio multidisciplinare. Per cui unico consiglio: lavorare sodo! E confrontarsi con le realtà italiane, ed estere per essere sempre aggiornati, ma soprattutto creare rete. La condivisione di energie è la principale risorsa di crescita e di una carriera.
Guardando il futuro, esiste ancora un desiderio, o qualcosa rimasto in sospeso da realizzare?
Credo non ci sarà un giorno in cui non avrò ancora un desiderio da realizzare o un progetto da concretizzare. Sento sempre una tale sensazione di sospensione per le tante cose che vorrei fare che non basterebbe una vita.
Con la citazione di Wolfgang Amadeus Mozart “Tre cose sono necessarie per un buon pianista: la testa, il cuore e le dita”, ringraziamo la nostra conterranea Giusy Caruso, con l’augurio di un futuro costellato ancora di tanti successi.
Foto Giusy Caruso