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Nella storica e splendida regione delle Langhe si trova Bareu o Bareul, per dirla alla maniera di chi abita in Piemonte. Si tratta dello splendido e storico borgo di Barolo, sito su un piccolo altopiano. Impossibile non innamorarsi del bellissimo castello che si erge, dal quale è possibile ammirare la natura circostante e le tante vigne. Queste caratterizzano il territorio, dove nasce il prestigioso vino Barolo, da assaggiare necessariamente se si è nell’area e non si è astemi.
La storia di Barolo
I documenti pervenuti fanno risalire i primi insediamenti all’Alto Medioevo. Sarebbero di origine barbarica, con Berengario I responsabile dell’erezione del primo nucleo del castello che oggi ammiriamo. Il suo ruolo era difensivo e la minaccia, al tempo, era rappresentata dai Saraceni. Nel 1250 il corso della storia del borgo cambia radicalmente con l’intervento della famiglia Falletti. Tanti i possedimenti acquistati e nel 1300 erano circa cinquanta i feudi piemontesi posti sotto il loro controllo.
Oggi è chiaro come la coltivazione e la viticoltura rappresentino un impegno costante da parte di gran parte della popolazione locale. Una fonte di guadagni enorme, a fronte di un vino celebre nel mondo. Non sono mancati, però, i periodi neri per questo settore. Campi abbandonati in funzione di lavori d’ufficio e non solo nelle grandi città circostanti. Un incubo per l’area, fortunatamente lasciato alle spalle.
Cosa vedere a Barolo
Gli appassionati del vino non possono non visitare Barolo una volta nella vita. Questa varietà permea in qualche modo l’intero centro, che vanta un ritmo placido, ben distante da quello cittadino. Una calma quasi spagnola, grazie alla quale poter lasciare andare un’enorme dose del proprio stress e semplicemente godere dei panorami naturali e delle bellezze architettoniche del luogo.
Da visitare il Castello dei Marchesi Falletti, che al suo interno vanta il WiMu, che sta per Museo Etnografico ed enologico del Barolo. Da apprezzare la Cappella del Barolo di Sol LeWitt e David Tremlett. Un progetto a dir poco ambizioso, che vanta ormai più di 20 anni. Un’opera di recupero e valorizzazione del contesto ambientale, caratterizzato da numerosi interventi d’arte contemporanea. Tra gli edifici più importanti dell’area vi è inoltre la Cappella di SS. Madonna delle Grazie, tornata a nuova vita in epoca moderna dopo un lungo periodo di totale abbandono.
Cosa mangiare
Come detto, il Barolo è il grande protagonista del territorio. Turisti da ogni parte del mondo giungono in quest’area del Piemonte per apprezzarne i vini, le numerose varietà e magari scoprire i segreti della produzione seguendo dei veri e propri itinerari vinicoli. Sorprende il fatto che soltanto 11 comuni di questa zona producano il Barolo, estratto dall’uva del Nebbiolo. La tradizione viene rispettata e, nonostante sia il 2021 e il turismo abbia raggiunto vette incredibili, la semplicità del luogo permane ed è forse uno dei punti di forza del borgo.
Oltre a una ricca carta dei vini, non può mancare un menù gastronomico da leccarsi i baffi. Da provare il brasato al Barolo o la Cisrà, ovvero una zuppa di trippa e ceci. Un piatto povero ma squisito, che si narra venisse distribuito ai fedeli durante le festività dedicate ai santi.
Fonte fotografia in evidenza: Vista su Barolo – Megan Mallen BY 2.0