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La locanda e ‘zu Bertu e prigatorio ospita Rohlfs


(@katia)
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Registrato: 6 anni fa
Post: 84
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Conflenti non è un paese normalmente visitato dai turisti. Chi c’è stato, soprattutto nel passato, l’ha fatto o perché costretto, nel periodo del fascismo c’erano numerosi oppositori politici confinati da noi, o per motivi di studio e di lavoro. 

Uno di questi è stato il linguista tedesco Gerard Rohlfs, che per i suoi studi sul dialetto calabrese si fermò più volte nel paese, confrontandosi spesso con V.Butera, che a lui dedicò anche una poesia. 

Pasquale Paola E Rolfs

Nei suoi numerosi viaggi a Conflenti, in cui tra l’altro coltivò una bella amicizia e collaborazione con Pasquale Paola, direttore del Centro di Cultura, era solito dimorare presso la locanda di “ Bertu ‘e Prigatoriu”, nel vicolo della ”cava e Puatru” vicinu  “aru Piru”, che era l’unico posto a Conflenti in cui si poteva mangiare e dormire.

Nella locanda notoriamente si mangiava molto bene e il vino era ottimo, e il filologo che era un buontempone era un ospite molto gradito per la sua simpatia.
Numerosi sono gli aneddoti legati alla sua permanenza e alle simpatiche conversazioni con gli avventori del locale e con lo stesso proprietario Bertu, da tutti chiamato ”Zu Bertu e prigatoriu” .

Ve ne raccontiamo due che sono stati simpaticamente ricordati da “Francu e Ricu” e dal dott. Giovanni Paola, figlio del compianto Don Pasquale Paola.

Disputa tra ‘zu Bertu e prigatorio e Rohlfs

La prima verte su una disputa riguardo la corretta dizione della parola dialettale che indica il fazzoletto, tra lo studioso e il locandiere di fronte ad una buona platea di curiosi.

Maccaturu secondo zu Bertu e muccaturu secondo il filologo tedesco, che giustamente, dal suo punto di vista, faceva notare che il termine aveva origine da muccu ossia muco.
La disputa era molto accesa e lo studioso argomentava con dovizia di particolari e appellandosi al buon senso riguardo alle origini del termine e facendo pure riferimento ai dialetti di altri paesi. La platea degli ascoltatori ad un certo punto convinta dalle spiegazioni della studioso sembrava parteggiare per lui e zu Bertu sentendosi tradito dai compaesani, sempre pronti a buttarsi dalla parte del più forte, si alzò di scatto ponendosi muso e muso di fronte allo studioso, alzò il braccio e, unendo pollice e indice lasciando distese le altre dita, sentenziò ”ma cchi cacchiu me capiscire tu ca si germanese da parrata du paise miu e se ne andò.

Bertu E Prigatoriu

Nel secondo episodio, sempre nella locanda e “zu Bertu”, si racconta che un signorotto dell’epoca che si trovava all’interno della medesima locanda, ascoltando il linguista parlare la lingua tedesca e ignorando che questi potesse conoscere perfettamente il nostro dialetto, si rivolse a lui, sicuro di non essere compreso, apostrofandolo con questa frase: intra e natiche! 
Dal professore però ebbe immediatamente questa perentoria risposta a correzione: No, qui a Conflenti si dice “intra e grispe” no “intra e natiche. Incredibile Rohlfs!


   
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