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Ricostruzione della putia del vino all'antico mercato di Ragusa ph Angela Strano

Antico Mercato di Ragusa, la vita commerciale d’un tempo

Un luogo dell’anima del capoluogo ibleo che parte dalla più recente storia contemporanea. Un crocevia di venditori, acquirenti e clienti che hanno attraversato corridoi e stanze di un edificio in cui scorreva la vitalità. L’Antico Mercato di Ragusa è stato la linfa del commercio della città tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo.

Storia di un emporio locale

La struttura trova edificazione verso il 1880, adibita come mercato pubblico. L’intento è costituire un luogo materiale a sostegno dell’economia locale, oltre che essere un’occasione sia di scambio commerciale che sociale. L’antico mercato di Ragusa è stato il “supermarket dell’epoca”, ovvero tra la fine dell’ ‘800 e gli inizi del ‘900. I venditori presenziavano la loro stanza; vi era quella del dazio, in cui avviene il controllo dei prezzi in presenza di una guardia municipale. Presso le 22 botteghe, metà sopra e metà sotto, tutte attive, i commercianti effettuano la vendita dei vari generi alimentari, tutti sfusi: pasta, legumi, salsa, riso, olio. Ci sono pure le stanze del fruttivendolo, del pescivendolo, del macellaio.

Un mercato molto frequentato fino agli anni ’50-’60, da quel periodo inizia il declino. L’allargamento del tessuto urbano di Ragusa porta gli/le abitanti a spostarsi presso la zona nuova della città iblea. Così pure le attività commerciali si trasferiscono.

L’immobile di ciò che è stato un tempo l’antico mercato di Ragusa trova allestimento come casa popolare. Un uomo testimonia che la madre ha vissuto in quella struttura fino al 1986. Da allora l’edificio è stato abbandonato. Il Comune di Ragusa, già 25-30 anni fa, ha iniziato a sistemarlo. Dapprima lo affida a degli artigiani, ma tale gestione, adibita solo ad eventi, non ha funzionato. Successivamente il luogo è stato ceduto ai buskers, ovvero gli artisti di strada, anche questo fallimentare. Pertanto l’anno scorso il Comune ha indetto il bando di restauro e ristrutturazione dell’edificio storico. Il Cinabro, in qualità di Biagio Castilletti e Damiano Rotella, ha presentato il progetto di restauro, con conseguente esito positivo.

Un’intenzione portata avanti sia per ricordare ciò che è stato l’antico mercato di Ragusa, sia per accogliere le richieste dei/le turisti/e rispetto a maggiori servizi. La ristrutturazione è stata tutta a spese del Cinabro; essa costituisce un’opportunità creativa e di arricchimento del territorio.

Antico mercato di Ragusa, la bottega della pittura
La bottega della pittura con la sua esplosione di colori ph Angela Strano

Antico Mercato di Ragusa, come rivive

Biagio e Damiano, in collaborazione con Simona Occhipinti, storica del territorio ibleo, attraverso la ristrutturazione prima e la gestione adesso, intendono far conoscere come erano le botteghe d’un tempo. Le stanze le incarnano, sia in merito alle attività commerciali, sia agli antichi mestieri proposti, il vivere di una volta. Si ricreano i luoghi vissuti attraverso le testimonianze di chi non c’è più e di chi le tramanda oralmente. L’intento non è solo allestire le sale museali, ma in seguito proporre delle attività, quali spettacoli coi Pupi siciliani, presentazioni di libri, mostre fotografiche, corsi di pittura e disegno, lezioni di recupero, laboratori artigianali.

Attraverso queste ultime tre idee Biagio e Damiano intendono creare lavoro, favorendo così socialità, aggregazione, condivisione. Corsi e laboratori sostenuti, in termini di energie e materiali, dal Cinabro, ma a spese dei/le partecipanti. Si tratta di una maniera per far emergere lo spirito d’intraprendenza, producendo ricchezza di capitale umano nel territorio ibleo. Chi ha recuperato l’immobile, nel ripristinare le stanze, ha selezionato con cura piante, arredi, profumi, utensili, profumi, suppellettili, in modo da ricreare l’atmosfera che ha caratterizzato quei luoghi. Una maniera, quindi, per rivivere la dimensione del passato, con la sua anima.

La stanza del viaggiatore presso l'antico mercato di Ragusa
La stanza del viaggiatore rievocante le atmosfere del passato ph Angela Strano

Le stanze ripristinate

Gli spazi di ciò che è stato l’antico mercato di Ragusa sono eterogenei; rappresentano una diversità che è fonte di ricchezza. La stanza del viaggiatore riproduce la dimensione vissuta dal turista alla fine dell’ ‘800, più raccolta e non frenetica come oggigiorno. Lo stile è Liberty, lo spazio profuma di rose, ed incarna il lato culturale, ricreando una sorta di caffè letterario. La stanza della scuola, la quale rappresenta un’aula tipica tra i secoli XIX e XX. Si sente l’odore di legno di sedie, banchi e lavagna, nonché quello del gesso.

La bottega del sindunaru, da sinduni, cioè colui che adornava il cavallo con le baldature. Uno degli antichi mestieri che Biagio Castilletti riscopre e fa rivivere, dedicandovi uno spazio. Qui trovano esposizione tutti gli ornamenti e accessori per il cavallo che trainava i carri e tutti gli utensili per realizzare tali materiali. Inoltre sono appesi disegni e foto di equini adornati.

La putia del vino, uno degli spazi che suscita maggior curiosità. Una sorta di taverna in cui falegnami e operai vari si ritrovavano dopo il lavoro; il vino, come bevanda, era occasione per socializzare e per discutere sulle mansioni da svolgere il giorno successivo. Vari elementi rendono la stanza peculiare, in quanto rievocanti la dimensione del passato. Anzitutto il ramo di carrubo appeso, indicante la reperibilità di vino buono; poi i vari recipienti adoperati. Si tratta del carrateddu, contenitore grande per chi lavora nella mietitura, piccolo per la campagna. In entrambi casi durante le pause si sorseggiava un po’ di vino e mangiato un biscotto per riprendersi dal duro lavoro. Il fiasco di terracotta, detto ciascu, dall’imboccatura concava e stretta per mantenere il vino fresco, adoperata a Bronte e nel messinese. Il buttighiuni, portato in campagna, impagliato per evitarne la rottura.

Ancora la bottega del fabbro, con l’odore del carbon fossile, e quella del falegname, con esposizione di una sgranatrice dei primi del ‘900. Uno spazio che riproduce come avveniva il mestiere, inteso come vera e propria scultura del legno. Le fasi che la caratterizzano sono intaglio, intarsio, lavori di ebanisteria, tornitura, impellicciatura, modellazione.

bottega che riconduce ad un'altra dimensione
La stanza del falegname apposita per la scultura del legno ph Angela Strano

Antico Mercato di Ragusa, gli spazi creativi

E’ presente la stanza della pittura, la quale rievoca soprattutto la tecnica su tela, con l’odore dei pennelli intinti sui colori. In ultimo il teatro dei Pupi, ovvero una stanza allestita col piccolo palco per la rappresentazione degli spettacoli con tali creazioni identitarie per la Sicilia. Esposizione pure di diversi Pupi. Un luogo ripristinato per rievocare le proprie origini, quello che caratterizza il territorio ibleo e, in genere, siciliano. La globalizzazione tende a far smarrire il significato del vivere d’un tempo, portando omogeneizzazione su tutti gli aspetti dell’esistenza.

L’antico mercato di Ragusa ristrutturato si rivolge particolarmente alle giovani generazioni affinché, nonostante l’alienazione che subiscono dal modello consumistico, conoscano le loro radici. Un’occasione, inoltre, per fare in modo che i/le giovani interiorizzino il valore dell’artigianato e del riciclo. Chi cura l’antico mercato si rivolge pure ai/le turisti/e, facendo comprendere loro che esiste un’altra modalità per conoscere i luoghi. E’ quella dello scambio diretto, che porta arricchimento da entrambe le parti, non solo quella effimera del mordi e fuggi, portata dal capitale. Biagio, Damiano e Simona si spendono affinché questa realtà diventi un punto di riferimento per i/le ragusani/e e non solo.

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