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Giornata della Memoria, gli Italiani deportati

Giornata della Memoria, gli Italiani deportati

Accedente una candela per non dimenticare l’orrore dell’Olocausto. Oggi in tutto il mondo si celebra la Giornata della Memoria per ricordare quel 27 gennaio del 1945 quando le truppe sovietiche liberarono i superstiti di Auschwitz. Uno dei luoghi del genocidio nazista dove si è consumata una delle pagine più vergognose della storia dell’uomo.

Giornata della Memoria, gli Italiani deportati

Preservare la Memoria

Bisogna costantemente ricordare lo scempio di quei campi di concentramento, per tenere bene a mente dove è in grado di arrivare l’uomo quando travalica il confine del bene e del male. L’Italiana Liliana Segre ha vissuto la deportazione e ha sempre detto: “Non ho mai perdonato, come non ho dimenticato. La Memoria è l’unico vaccino contro l’indifferenza”. Quest’anno per le limitazioni imposte dal covid, gli eventi saranno organizzati diversamente. Potranno essere seguiti in tv o in streaming. In mattina al Quirinale è prevista la commemorazione ufficiale alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Presenti la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, la Presidente dell’Ucei (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), Noemi Di Segni e Sami Modiano, sopravvissuto all’Olocausto.

Giornata della Memoria
Liliana Segre nominata Senatrice a vita dal Presidente Mattarella

Liliana Segre, nella Giornata della Memoria

Liliana Segre è nata a Milano nel 1930 da una famiglia di discendenza ebraica. Tre anni fa è stata nominata senatrice a vita da Mattarella “per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”. E’ cresciuta col padre Alberto Segre e i nonni, avendo perso la madre, Lucia Foligno, quando non aveva neanche un anno. A seguito delle leggi razziali fasciste del 1938 venne espulsa da scuola. Col padre tentò la fuga a Lugano, furono però fermati dalle autorità elvetiche. Il giorno dopo, Liliana Segre fu arrestata in provincia di Varese. Aveva tredici anni. Dopo sei giorni in carcere fu trasferita a Como e poi a San Vittore a Milano, dove fu detenuta per quaranta giorni. Il 30 gennaio 1944 venne deportata al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Qui fu subito separata dal padre che non rivide mai più. Liliana fu messa per circa un anno ai lavori forzati. Alla fine di gennaio del 1945, dopo l’evacuazione del campo, affrontò la marcia della morte verso la Germania. Venne liberata il 1º maggio dal campo di Malchow grazie all’intervento dall’Armata rossa. Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati ad Auschwitz, Liliana fu tra i 25 sopravvissuti.

Giornata della Memoria
Stolpersteine per Fortunata Perugia

21 pietre d’inciampo per ricordare

Una pratica per non dimenticare. Dopo undici edizioni in cui sono state installate 336 pietre di inciampo, in tedesco ‘stolpersteine’, in memoria di deportati razziali e politici, quest’anno ne verranno posizionate altre 21 a Roma. L’iniziativa Arteinmemoria, sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica, è curata da Adachiara Zevi. Tra le pietre d’inciampo quest’anno anche una dedicata alla memoria del militare Mario Carucci e all’impiegato Eiar Domenico Ricci di famiglia antifascista, fucilato con i suoi compagni alle Fosse Ardeatine. C’è anche quella per ricordare Emma Di Veroli, una bambina di appena due anni assassinata ad Auschwitz con sua madre, Ferdinando Agnini e Orlando Orlandi Posti, due studenti e partigiani uccisi alle Fosse Ardeatine, Amelia Coen un’anziana portata via dalla sua casa durante il rastrellamento degli ebrei romani. Il 19 gennaio nel quartiere della Garbatella è stata posta una pietra d’inciampo anche per ricordare Fortunata Perugia deportata dal suo quartiere al campo italiano di Fossoli e poi ad Auschwitz-Birkenau dov’è morta. (Campi anche in Italia)

Giornata della Memoria

In Memoria dei deportati

Le pietre d’inciampo nascono da un’idea dell’artista tedesco Gunter Demnig che risale al 1993 quando fu invitato a Colonia per una installazione sulla deportazione di cittadini rom e sinti. Si tratta di sampietrini di dimensioni standard con la superficie superiore di ottone lucente. Su questa sono incisi: nome e cognome età, data e luogo di deportazione e, quando nota, la data di morte. I primi stolpersteine sono stati installati a Colonia nel 1995; da allora questa mappa della memoria europea si è estesa sino a includere oltre 50.000 pietre. Bisogna ricordare per non dimenticare cosa è in grado di fare l’uomo. L’orrore dove l’umanità sparisce e il male si incarna nella mano bruta e assassina. Non dimentichiamo.

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