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Mus-e

Mus-e Italia, la Fondazione che educa i bambini al bello e alla condivisione

La Fondazione Mus-e Italia si occupa di educare i bambini alla bellezza e alla creatività, attraverso la musica, il teatro, la danza nelle sue diverse forme, le arti plastiche, figurative e multimediali. I valori sui quali si basa la sua attività sono: “CREO, CAMBIO, CRESCO”, tre parole che parlano con la voce di oltre 13 mila bambini in tutta Italia. Attraverso il percorso Mus-e, i piccoli, confrontandosi con le diverse discipline artistiche, acquisiscono fiducia in loro stessi, si lasciano andare e scoprono il piacere della relazione, della creatività e della fantasia, imparano ad accettare le debolezze e le differenze, vivendole come risorsa e non come un limite. Nato nel 1993, da un’intuizione del celebre violinista Yehudi Menuhin, il progetto Mus-e arriva in Italia nel 1999, per volontà del regista e scenografo Gianfranco De Bosio.

Mus-e, violinista

L’intervista

Mus-e Italia viene riconosciuta come Onlus e si adopera subito per realizzare i primi laboratori artistici nelle classi primarie di Milano e Cremona. Oggi è presente in diverse regioni d’Italia. Il Programma Mus-e dura tre anni, e copre circa 20 settimane all’interno del normale orario scolastico della classe. Ne parliamo con Federica Maltese, Segretaria generale nel Consiglio direttivo della Fondazione Mus-e Italia, presieduta da Maria Garrone.

pennelli

Dottoressa Maltese, qual è la missione di Mus-e Italia?

«La Fondazione Mus-e Italia si occupa di contrasto alla povertà educativa. In particolare, abbiamo scelto l’arte come linguaggio privilegiato per far scoprire la creatività e la bellezza nelle scuole più in difficoltà, per motivi culturali, sociali ed economici, in tutta Italia».

Chi sono gli ambasciatori di bellezza?

«Sono persone che hanno a cuore il futuro dei bambini, che credono nel potere delle Arti come veicolo formativo ed educativo, in grado di formare una società più inclusiva e più attenta agli altri e al contesto che li circonda».

Cosa significa educare alla bellezza?

«Educare alla bellezza vuol dire affidarsi allo sguardo, ai suoni, ai sensi e alle emozioni che nascono ogni volta che si entra in contatto con il Bello, sia esso un suono, un canto, un dipinto, un qualcosa nato dalla fantasia e realizzato insieme ai compagni. Significa guardare con occhi diversi situazioni di ansia e stress, come quelle vissute dai bambini durante la pandemia, e ritrovare una forma di fiducia in se stessi e nel futuro».

coro

Che impatto ha sui bambini il linguaggio universale dell’arte?

«È un linguaggio non verbale potentissimo, che aiuta l’espressione anche dei bambini più in difficoltà (chi ancora non parla bene l’italiano, ma anche bambini con difficoltà cognitive). È un linguaggio che rende liberi, e non essendo competitivo (non nel caso di Mus-e!) apre davvero una dimensione creativa potentissima, in grado di relazionarsi agli altri con attenzione ed empatia».

In che modo i piccoli esprimono la loro creatività?

«In mille modi, spesso così liberi dai condizionamenti degli adulti che ci stupiamo di quanto possa volare alto la loro immaginazione, se lasciata libera dall’obbligo della performance o della competizione».

Quanto e perché è importante l’attenzione alla soggettività?

«L’arte ha una dimensione soggettiva importante, di ascolto di sé e delle proprie emozioni. In questo senso ogni disciplina parla in modo diverso a ogni bambino, e risuona con risultati differenti. Tuttavia, il linguaggio artistico ha una profonda dimensione collettiva: se si realizza un collage, o si canta in coro, o si fa un’improvvisazione teatrale la collaborazione e l’ascolto sono fondamentali!».

Mus-e corsia

Cos’è Mus-e Special?

«Sono progetti che si discostano leggermente dalla metodologia standard di Mus-e perché rispondono a obiettivi particolari: c’è Mus-e in Corsia, che si svolge negli ospedali pediatrici; il Coro Mus-e, che ha dinamiche proprie di conduzione della classe; il progetto sulla Lettura, che negli anni ci ha portati a indagare la crossmedialità come modo per amplificare le possibilità di lettura. Infine, ci sono i progetti europei».

Ci dica qualcosa dei progetti europei…

«Mus-e fa parte di una rete europea di 11 stati, più Israele e Brasile: grazie a questa rete abbiamo partecipato negli anni a diversi progetti Erasmus+, momenti fondamentali di scambio di buone pratiche tra modelli educativi differenti e proposte formative che coinvolgono docenti e artisti da tutta Europa».

Mus-e Europa

Il progetto nazionale coinvolge 11 regioni e 686 classi, ma è ancora poco presente nel sud dell’Italia. Perché?

«Senza voler generalizzare, possiamo dire che è più complicato a livello di sostenibilità. Tuttavia, il piano strategico della Fondazione per il 2023/25 guarda con molto interesse al Sud e alle Isole, per cui questo dato è (speriamo!) destinato a cambiare: già sappiamo, ad esempio, che verranno attivati nuovi percorsi a Salerno e probabilmente a Cagliari, per cui guardiamo con un certo ottimismo al futuro».

(Foto: www.mus-e.it)

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